mercoledì 22 giugno 2016

Il gol e la telecronaca più bella di tutti i tempi - Diego Armando Maradona incontra Victòr Hugò Morales

Ricordo il momento in cui ho capito che quella scatola a forma di parallelepipedo posta sotto la tv di casa era simile al mangianastri nel quale nei primi anni coscienza non facevo altro che buttar dentro le cassette degli 883 per cantare a squarciagola quei 60 minuti di musica, gli unici che conoscevo, quasi tutte le sere dopo aver finito i miei compiti.

Quella scatola nera a forma di parallelepipedo era il VHS di casa e quelle che c'eran sotto erano le cassette, una quarantina in tutto, che mio padre aveva messo via nel corso degli anni.

C'erano e ci sono tutt'oggi, quelle cassette che fanno parte del bagaglio dei ricordi di tutte le famiglie italiane formatesi a cavallo tra gli anni '80 e '90. Le serie tv dei tempi (La piovra per esempio), i colossal americani come Il padrino seguito da più o meno tutti gli altri film di Al Pacino, l'intera saga di Rocky girata fino a quel momentoqualche VHS contenente video di famiglia, ed una serie di videocassette dal nome "goal".





Quando iniziai a trafficare con il VHS quella serie di cassette non mi attirò. A 10 anni avevo visto una cinquantina di volte Il padrino, una centinaio di volte Rocky I, II e III, e Carlito's way aveva pesantemente condizionato la mia vita tanto che alla domanda "Marco cosa vuoi fare da grande?" rispondevo "il proprietario di club come Carlitos" generando risate sul volto del mio interlocutore.

Un pomeriggio estivo ricordo che le possibilità erano ben poche. Una madre troppo apprensiva non mi consentiva di scendere in strada per giocare a pallone con gli altri ragazzini del quartiere. Il mare era a portata di mano ma non esisteva andarci senza mamma E papà e dunque, in assenza delle diavolerie moderne, l'unica mia speranza era il VHS. Stanco delle solite cassette, dopo aver saccheggiato le videoteche di tutti i parenti alla ricerca di qualcosa di bello da guardare con nessuna intenzione di guardarmi La piovra, decisi che tutto sommato 10 cassette mai viste fino a quel momento dal titolo goal potevano rappresentare il mio migliore passatempo estivo.

Nei primi secondi di quella cassetta c'era una sorta di sommario. Quei 60 minuti si componevano di una sorta di scuola calcio illustrata sotto forma di video, con movimenti, allenamenti e tattiche da poter apprendere che si concludevano con l'analisi di alcuni esempi storici dell'argomento trattato in precedenza.

La numero 8 era sul "Dribbling e controllo della palla". Il ragazzino filmato per tutto il video si esercitava nella tecnica di controllo del pallone, allenandosi in delle serpentine strette da svolgere con l'utilizzo di entrambi i piedi evitando che il pallone superasse una certa distanza massima dal piede di controllo.

Al termine di quella cassetta, l'esempio storico analizzato, era il seguente:


Ricordo che mi ci vollero decine di rewind-pause-play per concentrarmi sul dribbling e controllo della palla. La voce che raccontava il gol, lasciata in termini di volume così come venne trasmessa quel giorno di Messico '86, si prendeva tutte le mie attenzioni ogni volta che provavo a concentrarmi sui concetti illustrati. Non riuscivo a non lasciarmi portar via da parole che coglievo qua e là ma che facevano comunque si che si manifestasse quella sensasione di pelle d'oca tipica di quando percepiamo qualcosa di emozionante o toccante.

Passano circa 8-9 anni ed a casa arriva la linea adsl. Una tra le prime cose che cercai in rete fu proprio quella serie di VHS. Mia madre, per far spazio ai nuovi device come il lettore dvd e la playstation, decise di mettere via proprio quelle cassette che finirono in un pacco destinato al magazzino di campagna.

Nonostante la mie indagini svolte per ritrovare quel pacco, le cassette non vennero più fuori e nemmeno il web riuscì a darmi una mano.

Quel gol però, non poteva scomparire nell'oblio, così come la voce narrante. Qualcuno a cui va tutta la mia gratitudine eterna, lo caricò su youtube con sottotitoli in italiano e quel messaggio colto qua e là mi fu chiaro per intero.

Era ed è, uno dei discorsi per un gol segnato più bello della storia. Ho pensato decine di volte a cosa avrei potuto dire io difronte ad un gol come questo di una fattura superiore, che probabilmente verrà tramandato nel tempo al pari di una stele egizia del 15esimo secolo avanti Cristo. Ho concluso che probabilmente mai e poi mai, nonostante essere italiano aiuta a vivere il calcio con una certa passione, avrei potuto partorire qualcosa di così incredibile come le parole pronunciate da Victòr Hugò Morales (occhio alle ò tonali altrimenti l'Avvocato si incazza).

Quel gol rappresenta l'eruzione di una passione viscerale covata all'interno di un uomo URUGUAIANO che difronte ad un gesto simile non riesce a limitarsi. Quel dai dai dai rappresenta la reale volontà del telecronista di assistere al giusto finale di un'azione storica che non merita di spegnersi con una palla a lato della porta. Il resto è pura poesia. Qualcosa che andrebbe studiato sui banchi di scuola. 

E' pazzesco come fino a questo momento il cognome Maradona non sia ancora venuto fuori. A segnarlo è stato forse il più forte giocatore della storia ma cosa importa difronte ad un discorso di telecronaca simile?


Non voglio sminuire l'azione di Maradona. E' qualcosa che soltanto Leo Messi, un altro argentino, è riuscito ad emulare molti anni dopo. Ma due gol tra loro simili, non entrano in competizione perchè al commento del primo c'è un discorso tanto storico quanto un discorso formale alla nazione di un capo di stato, mentre nel secondo caso c'è soltanto una ripetizione di qualche termine che non conferisce la giusta cornice ad un gesto tecnico ai limiti del paranormale.

L'Argentina di quel Diego Armando, vinse i mondiali messicani dell'86 grazie alla forma stratosferica del suo giocatore più importante manifestatasi proprio in quella semifinale contro l'Inghilterra. Da allora i successi dell'albiceleste si sono limitati a due Copa America e ben 3 finali perse.

Domenica prossima, l'Argentina del suo erede calcistico Leo Messi, ancora a corto di titoli con la nazionale, disputerà la finale della Copa America del Centenario contro Colombia o Cile.

Chissà che nella finale dell'edizione storica della Copa, Messi riesca a fare la differenza come Maradona conducendo la propria selezione alla vittoria con un gol simile a quello di quella cassetta, che in questo momento, vorrei ritrovare più di ogni cosa al mondo....


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