lunedì 6 giugno 2016

Made in China - Il Dragone che investe nel calcio e fa sul serio

La sessione di calciomercato invernale è stata segnata dallo sbarco in europa di emissari dei club cinesi, arrivati con l'obiettivo di scambiare decine di milioni di euro per giocatori dei più importanti campionati di calcio.

In 45 giorni circa, a far le valigie verso il campionato cinese, c'han pensato Gervinho, Ramires, Guarin, Alex Texeira, Lavezzi, Jackson Martinez e Demba Ba. Ad attenderli in terra cinese c'erano tecnici come Alberto Zaccheroni (ex allenatore della nazionale giapponese), Felipe Scolari (allenatore del Guangzhou) e Sven Goran Eriksson (allenatore dello Shanghai SIPG....tenentelo a mente il nome di questo club)



Mi piace immaginare l'istante appena successivo alla chiusura della trattativa tra gli emissari cinesi ed il DS di una squadra che ha appena ceduto un calciatore in questo modo:

Oh benissimo! Abbiamo appena portato in Cina tal giocatore!

Nello stesso momento, nella testa del DS coinvolto invece:

(Wow! In tempi di vacche magre abbiamo ceduto sto qua che non voleva prendersi nessuno, a prezzo pieno! Un capolavoro. Fammi dire qualcosa di ingelligente. Ah si: ce l'ho!)
Hey tornate quando volete eh. Ci piace fare affari con voi. Voi non siete come gli altri. Se vi interessa qualcun'altro, fateci un fischio: arriviamo noi da voi in risolandia! Eheheheh
(Magari sta battuta me la potevo evitare...ma no dai...hanno sorriso. Ho fatto colpo!)

Già ma a parte questa scenetta, cosa sta succedendo in Cina e perchè 250 milioni di euro sono stati spesi soltanto nell'ultima sessione di mercato, per far si che giocatori non più a fine carriera raggiungessero il campionato del Drago rosso?

Beh il discorso è semplice: il Presidente della Repubblica popolare Cinese, Xi Jinping ha stabilito un piano di breve, medio e lungo termine per far si che il calcio si evolva da uno sport per pochi e ricchi, allo sport più praticato della nazione.

Per farlo ha messo sul piatto 85 M-I-L-I-A-R-D-I di euro all'anno, per 10 anni, con i quali intende far entrare il calcio all'interno dei piani d'insegnamento dello scuole cinesi, formando docenti, tecnici, costruendo campi e scuole federali. Xi Jinping punta a costruire un campo di calcio ogni 10.000 abitanti coinvolgendo più di 100 milioni di cinesi.

I motivi per cui il Presidente cinese ha deciso questo piano sono molteplici. Su tutti possiamo elencarne alcuni:


  1. La Cina è attualmente 81esima nel ranking FIFA. Prima di lei troviamo stati come Cipro e Benin. Uno schiaffo nemmeno tanto "immaginario" per una superpotenza economica mondiale che ama eccellere in qualunque sport e che compete ogni 4 anni per la vittoria del medagliere olimpico.
  2. La Cina vede nel calcio e nello sport in genere un veicolo sociale con il quale tenere a bada alcune beghe interne. Possiamo chiamarlo "strumento di distrazione di massa".
  3. Il business del calcio che attraverso stadi e merchandising è in grado di muovere miliardi di euro ogni anno in Europa, non può non essere replicato in Cina dove gli abitanti sono 1.3 Miliardi. Nel primo piano di vendita del Milan a Mr.Bee era prevista la commercializzazione di 600 milioni di lattine di bibite gasate con la grafica ispirata proprio al club di via Turati
  4. Come in ogni altro ambito produttivo la Cina ha deciso di cambiare volto e di non essere più uno stato che "imita" le eccellenze europee. Vuole essere ella stessa un'eccellenza. Per farlo, ora, c'è bisogno di portare in Cina degli esempi dai quali imparare per poi iniziare a camminare con le proprie gambe.
Alla luce di questo piano di investimenti statale i più grandi colossi industriali cinesi si sono mossi in questi ultimi mesi per acquisire le franchigie calcistiche del massimo campionato cinese. Nessuno privato si farebbe sfuggire l'occasione di un mercato che lo Stato crea con le sue risorse e che da qui a pochi anni vedrà crescere esponenzialmente la propria fame di calcio. La chiamano "diversificazione" ed è una delle strategie di punta dei grandi colossi mondiali che spesso virano dal "core business" per battere altri mercati in cui vedono forti ricavi potenziali.

Jack Ma è stato il primo grande imprenditore cinese a muoversi in questo senso passando dall'e-commerce al calcio, accaparrandosi il 50% del Guangzhou Evergrande passato alla storia per aver vinto con Marcello Lippi allenatore, diversi campionati della Super League cinese oltre alla Champions League asiatica


Lo seguiranno colossi altri colossi cinesi come
CITIC Group Yatai group etc etc.

Accade però che i cinesi ci prendon gusto e che gli studi degli advisor sportivi europei inizino a ricevere richieste dalla cina per sondare la possibilità di investimenti calcistici anche nel vecchio continente.

La Cina entra nei campionati europei in sordina tramite il colosso Ledman Optoelectronic, che diventa main sponsor della Serie B portoghese con un accordo che prevede l'affiancamento di tecnici federali cinesi agli allenatori decisi dalle società. Inoltre i talenti formatisi in patria avranno la possibilità di volare in Portogallo ed essere aggregati alle squadre con l'obiettivo di scendere in campo ed iniziare ad accumulare esperienza.

Ma tutto questo non basta e sul tavolo finiscono il dossier Milan ed il dossier Inter, entrambe piazze importantissime nonchè potenze calcistiche in declino alla disperata ricerca di nuove proprietà disposte ad immettere capitali per tornare ai fasti di un tempo.

L'occasione è ghiotta perchè ai vari gruppi d'azienda incaricati di studiare queste possibilità viene spiegato che le due squadre, pur essendo parecchio indebitate, non hanno stadi di proprietà ed hanno una struttura commerciale molto embrionale che sfrutta poco e male il vero valore dei brand.

Partono i primi incontri ed è notizia di oggi il "closing" tra gruppo Suning e l'Inter di Erik Thohir e Massimo Moratti. Mentre sull'altra sponda del Naviglio le trattative tra un consorzio di colossi cinesi e Silvio Berlusconi sembrano essere molto più complicate, ma non impossibili.






Ma la questione calcistica cinese non può e non deve essere vista solo nell'ottica della speculazione finanziaria, della diversificazione aziendale o in ambito sociologico come strumento di distrazione di massa: la decisione politica è quella di far emergere il calcio ma non i gruppi che ci sono dietro.

Vi ricordate quel nome di club che vi avevo detto di tenere a mente? Lo Shanghai SIPG?

Il 21 gennaio di quest'anno il Guangzhou Evergrande decide di privarsi del suo migliore marcatore della storia: Elkeson. Nel comunicato con il quale il Guangzhou cede l'attaccante per 18.5 milioni di euro alla squadra di Sven Goran Eriksson la società dichiara:

Con lo scopo di aiutare i club cinesi a competere nella AFC Champions League e per la gloria nazionale, abbiamo accettato il trasferimento di Elkeson allo Shanghai SIPG.

Per fare un paragone è come se la Juve, per il bene della Roma impegnata nei preliminari di Champions e del ranking UEFA, decidesse di cedere a titolo definitivo Dybala.

Normale no?

Anche questo è il calcio Made in China.


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