lunedì 18 luglio 2016

Lega Nazionale Dilettanti - Passione da Serie A

Che la Serie D sia una serie che trasuda passione prima di ogni altro aspetto te ne accorgi dalla nuova sede in cui mi riceve il Presidente della compagine locale.

Mi trovo all'interno di una terrazza ricavata sopra la tribuna principale dello Stadio comunale. La scrivania del Presidente è posizionata qualche metro prima della vetrata che delimita lo spazio della terrazza. Ho qualche secondo di tempo per godere della vista mozzafiato prima di presentarmi ed iniziare la chiacchierata.

Davanti a me c'è lo stadio Miramare costruito sfruttando il dislivello naturale della zona che rende possibile una vista dall'alto del catino di gioco senza dover salire alcuna rampa di scale.
Vista della terrazza del Presidente. Dicembre 2015

La tribuna est, costruita durante l'epoca d'oro del calcio locale risalente ad una dozzina di anni fa, delimita il perimetro dello stadio dalla parte opposta al mio punto di osservazione. A sinistra di essa si intravede il braccio di porto industriale che si estende nelle acque del Golfo, mentre alla destra c'è un piccolo scorcio del Mar Adriatico che si estende fino all'orizzonte. Per un momento penso al fatto che solo poche altre società italiane dispongono di una sede all'interno dello stadio di casa. Una di queste è proprio la squadra della mia città.


Il motivo che ha ispirato la mia volontà di incontrare il Presidente è presto detto: nelle settimane precedenti all'incontro, in una conversazione tra amici, emergono esperienze diverse legate alla gestione economica di un club di Serie D. Partendo dai bilanci delle squadre di A abbiamo provato a sparare la cifra di costo totale di una intera stagione di massimo calcio dilettantistico. Le cifre emerse divergono di molto. Il web non spazza via i nostri dubbi e tramite alcuni amici in comune riesco ad ottenere un incontro con il Presidente.

Fisso una scaletta di argomenti che vorrei affrontare e sono qui: allo stadio Miramare a chiacchierare con il Presidente Sdanga di passione calcistica e di calcio di Serie D.

La migliore prima domanda che sono riuscito a partorire nel breve briefing a casa prima di lanciarmi in questa chiacchierata-intervista è: Come si diventa Presidente di una squadra di calcio? Cosa muove una persona a svegliarsi la mattina e a mettere su una compagine sportiva da quarto campionato calcistico nazionale?

Evidentemente la domanda scioglie quel minimo di rigidezza che c'è tra persone che non si conoscono. Lo capisco da un sorriso abbozzato, misto stupore misto sta cagata di domanda l'avrà pure dovuta pensare?

In questo caso scopro che si tratta di quello che potremmo definire un "affare di famiglia". L'attuale Presidente è infatti il figlio di uno dei Presidenti più conosciuti nella storia del calcio locale. 

Ecco io questo non lo sapevo. O meglio: conoscevo la figura del padre dell'attuale Presidente, ma mai mi era passato per la testa di accomunare le due persone in un rapporto di parentela. Forse avrei dovuto riflettere su questo "dettaglio" piuttosto che sulla domanda di apertura.

Ma che non si tratti di un semplice passaggio di consegne o di un hobby trasmesso di padre in figlio, me ne accorgo da con quanta passione il Presidente risponde alla mia seconda domanda inerente il processo di formazione dello staff sia sportivo che non, necessario per la sopravvivenza di un club di Serie D.

Dalla risposta viene fuori il tipico tratto dell'imprenditore che prima ancora del business, vede nella sua rete di collaboratori e nel suo impianto di produzione, una vera e propria seconda famiglia a cui spesso si finisce per dedicare più attenzioni e tempo della reale famiglia, tanto è l'amore e tanta è la voglia di raggiungere un obiettivo, che in questo caso è la vittoria sportiva.

Nelle sue parole scopro poi una presa di posizione abbastanza netta nei confronti di alcuni stili di gestione dei club sportivi legati in passato alla figura riassunta dall'acronimo P.P.P. ossia Padre Presidente Padrone. Non è il caso della sua società in cui ogni figura ha il proprio ruolo e le proprie competenze, e gode della totale fiducia da parte di chi è in capo alla struttura. Nello specifico scopro che il Presidente non ama mettere becco nelle questione legate al mercato della società. Insomma se avete in testa figure come Zamparini o il Berlusconi dei bei tempi, non dovete far altro che rovesciare tutte le loro caratteristiche per ottenere il profilo della persona con la quale sto chiacchierando.


L'argomento successivo della nostra chiacchierata è la Lega Nazionale Dilettanti (da ora in poi con l'acronimo LND). Sono curioso di sapere quale secondo lui sono gli aspetti positivi e quali sono quelli negativi e se nello specifico è d'accordo con alcuni passaggi chiave del regolamento sportivo introdotti con l'ultima riforma della stessa. Mi riferisco, nemmeno così velatamente, alla questione under.

Scopro con stupore che pochi sono gli aspetti negativi della LND. Gli unici aspetti che non lo convincono sono quelli legati proprio al regolamento che impone la presenza nell'11 in campo di alcuni giocatori d'età compresa tra i 18 ed i 20 anni. Con l'ultimo regolamento infatti viene imposta dalla lega la presenza di giocatori giovanissimi affinchè questi trovino con continuità il campo e possano maturare dal punto di vista sportivo. Il risvolto della medaglia - mi dice - è un mercato parallelo riservato ai giocatori con età riconducibile alla fascia under. Mercato che però, a suo dire, finisce per sfruttare questi ragazzi attraverso trasferimenti che premiano quasi esclusivamente le tasche dei loro procuratori, e che finisce per dimenticare chiunque, non appena l'età anagrafica non è più utile ai fini del regolamento.

Ascolto casi noti all'esperienza del Presidente nei quali i ragazzi coinvolti al termine del periodo "protetto" dal regolamento si sono ritrovati senza contratto e dunque costretti a chiudere con il mondo del calcio. L'età anagrafica - dal suo punto di vista - non può essere la discriminante di un progetto che vuole investire sui giovani. A suo dire, valorizzare o costringere le società a mandare in campo ragazzi formatisi nei vivai sarebbe molto più utile.

Lo ascolto inoltre affrontare il passaggio di eventuali lungaggini burocratiche scoprendo che fortunatamente la LND è abbastanza user-friendly. Questo per via di un'ottima organizzazione resasi indispensabile per un organismo che deve regolare la vita di oltre 170 club.

Proseguendo su un format di tipo favorevole o contrario passo rapidamente in rassegna alcune idee che ciclicamente vengono fuori in seguito all'eliminazione della nazionale di calcio dalla qualunque manifestazione continentale o mondiale.

Parto con la cosiddetta introduzione delle squadre B.

Lo scopro favorevole anche laddove lo scontro dovesse andare in scena tra squadre con budget notevolmente diversi. Ipotizzo un Manfredonia - Lazio B e non lo trovo affatto preoccupato da un match simile anche se a costituire la squadra B della formazione biancoceleste ci sia la primavera che attualmente milita in quel limbo chiamato appunto Campionato Primavera. 


"In campo non ci vanno i soldi. Ci vanno 11 uomini più la loro voglia, la loro fame, la loro passione e la loro voglia di raggiungere l'obiettivo. L'Islanda agli ultimi Europei ha dimostrato che con questi valori a volte si può vincere contro squadre ben più blasonate"

Ipotizzo uno scenario in cui la LND imponga il cosiddetto salary cap esteso ossia un tetto massimo di spesa per una intera stagione sportiva. Anche in questo caso il responso è favorevole

La volontà di gareggiare ad armi pari, almeno in Serie D e dunque lasciando da parte discorsi legati al fatturato che spesso dominano la scena, emerge in tutta la sua fermezza. Ciò potrebbe vanificare gli ultimi sforzi di gestione legati alla volontà di aumentare i ricavi per potersi permettere profili sportivi più esperti, costosi o talentuosi, ma non importa. Favorevole al salay cap esteso. Punto e prossima domanda.

Non ho ancora trovato la risposta al mio dubbio legato al costo annuale di una società di Serie D. Ma questo è il momento buono. 


"Diciamo che con 300.000 euro annui una squadra è in grado di allestire uno staff completo. Dalla dirigenza ai giocatori passando per tutti i costi intermedi legati alla gestione della società ed ai professionisti necessari per mandarla avanti."

La cifra citata non mi stupisce. Quello è l'ordine di budget che immaginavo nonostante in rete si trovino esempi di budget di spesa notevolmente superiori che a volte sfiorano il milione di euro!

Ecco: in questo istante io ho fugato il mio dubbio. Potrei alzarmi ed andar via. Ma la chiacchierata è piacevole e ritengo di poter strappare ancora qualche altro minuto al lavoro del Presidente che nel frattempo mi ha presentato alcuni dei suoi collaboratori.

Con lui, ora, voglio parlare dell'aspetto legato al rapporto tra la società ed il territorio, passando per il rapporto tra società e tifosi.

Non è stata una stagione semplice quella scorsa. Ci sono stati almeno 2 episodi di cronaca degni di essere ricordati. Il Manfredonia sconfigge in casa il Potenza. Io sono allo stadio proprio in tribuna est ed assisto ai cori dei tifosi ospiti che all'avvicinarsi del 90' diventano sempre più duri nei confronti dell'11 potentino in campo.

Poche ore dopo il Potenza si ritrova sulle prime pagine dei portali sportivi online per un attacco dei tifosi al pullman della squadra abbastanza violento. Il secondo episodio riguarda una sponsorship iniziata lo scorsto anno tra il Manfredonia ed una società che vorrebbe realizzare sul territorio un impianto di stoccaggio GPL. La cittadinanza e larga parte delle istituzioni sono contrarie al progetto. Il piano messo in atto da parte dell'Energas è stato quello di provare a penetrare il fronte del no attraverso il mezzo calcistico. Fatto che ha provocato non pochi dissidi e non pochi striscioni contro lo stesso Presidente ed il suo staff, lo scorso autunno.

Senza citarlo è lo stesso Presidente a ripercorrere questi episodi. Lo preoccupano episodi come quello di Potenza e, più in generale, atti che spesso vanno in scena allo stadio e che nulla hanno a che fare con lo sport. La sua società si è adeguata alle norme sull'introduzione degli steward (anche se i costi - mi dice - spesso sono troppo esosi rispetto agli incassi del match) e crede nel progetto di eliminazione delle barriere allo stadio. Ma a volte, certi atti, non fanno che vanificare i passi avanti messi in quella direzione.

La questione della sponsorship siglata con la società che vorrebbe costruire sul territorio un deposito GPL nonostante il No largamente diffuso, non sembra preoccuparlo. Una squadra di calcio - secondo lui - deve vedere l'aspetto commerciale della cosa. Se esiste uno sponsor in grado di mettere sul tavolo dei denari che possono garantire l'esistenza pluriennale di una squadra, si deve lavorare affinchè quei denari finiscano nelle casse della società. Altre sono le istituzioni, altri sono i luoghi dove portare avanti eventuali battaglie pro o contro un certo tipo di impresa.

Prima di andar via sposto l'attenzione della chiacchierata su eventuali iniziative che accorcino la distanza tra la squadra, il suo staff e la popolazione tutta.

Ottengo una risposta chiara e diretta:


"Quest'anno chiederemo ai nostri giocatori un monte ore settimanale o mensile da spendere lontano dal campo, nelle iniziative che riterremo più idonee per avvicinare la squadra alla città, partendo da eventi sparsi che potrebbero anche essere degli incontri nei campetti di quartiere tra i nostri giocatori ed i ragazzini del quartiere del stesso. Noi vogliamo portare le famiglie allo stadio e dobbiamo impegnarci non solo a garantire un luogo sicuro ma anche un luogo che generi attrazione e, ove possibile, ispirazione per un futuro sportivo dei nostri ragazzi."

Augurandomi che questo fatto accada per davvero mi congedo dal Presidente e dalla nostra chiacchierata. Stringo la mano a tutti i presenti e mi avvio verso casa.

Nel breve tragitto a piedi penso ad un po' tutte le risposte che ho ottenute e mi convinco che di Dilettanti c'è solo la Serie in cui si milita. Tutto il resto, a partire dalla passione, è pura Serie A.

Dal Miramare è tutto, a voi studio...





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